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Cambiamenti demografici, urbanizzazione, mercati sempre più allungati e globalmente interconnessi, ottimizzazione della logistica e cambiamenti nelle abitudini e preferenze alimentari sono alla base di un importante processo di contaminazione culturale delle tradizioni alimentari e di una forte pressione sul sistema agroalimentare.

Comprendere le dinamiche e le tendenze che guidano i cambiamenti nella struttura e nella composizione del commercio agricolo e in tutti i passaggi successivi è fondamentale anche per l’analisi degli effetti che il settore agroalimentare ha sui cambiamenti climatici, sui mercati agricoli mondiali e nei collegamenti tra commercio e sicurezza alimentare.

Il progetto Food Impacts Initiative ha l’impegno di sviluppare strumenti che nel breve termine possano fare emergere i numeri di questi nuovi mercati e suggerire ai vari stakeholders strategie che riescano a bilanciare mercati e l’impatto ambientale e sociale. In F2I il cibo viene approcciato prima di tutto come prodotto energetico, dove produzione e scambio diventano variabili di modelli di economia (circolare).

L’obiettivo principale è racchiuso in una domanda cardine: Quali tecnologie e best practices permettono di avere mercati alimentari globali e sostenibili? Nella prima fase progettuale, due aspetti saranno esplorati – osservazione del trade internazionale di alimenti e nuove tecnologie per la produzione agricola locale.

Futuro dello scambio di alimenti

Tramite modelli di machine learning, i ricercatori di F2I stanno sviluppando il Trade Impact Index (TII), indice di mercato in grado di quantificare l’impatto dello scambio di ogni alimento su scala globale, in ogni nazione e per ogni periodo dell’anno. L’indice misura le distanze percorse da un prodotto in funzione al momento e al luogo in cui viene importato, da tutti i paesi da cui viene importato.

Al TII sono collegate diverse attività di disseminazione volte ad accrescere la consapevolezza delle scelte del consumatore ed all’ottimizzazione di scelte di organizzazioni. L’indice viene trasformato in strumento di consultazione per la comprensione di un pubblico di non addetti ai lavori, dello sforzo richiesto al pianeta per portare a scaffale, e nel piatto, materie prime e prodotti trasformati.

Futuro della produzione

Alternativa alla riduzione degli scambi, è la riduzione delle distanze fra produzione e consumo – idea alla base dei moderni modelli di produzioni agricole sostenibili e decentralizzate.

Le sfide per raggiungere modelli di agricoltura sostenibile e modelli sostenibili di accesso ad un cibo sano e sicuro grazie alla tecnologia esistente (tra cui agricoltura di precisione e agricoltura rigenerativa o pratiche di novel food) richiedono tempi lunghi per essere analizzati e verificati; un’alternativa possibile, non in contrasto ma a vantaggio del sistema, può essere l’agricoltura in ambienti controllati (CEA).

Anche tramite partnership accademiche, saranno testati e analizzati sistemi energetici, metodologie e tecnologie adottate dalla produzione in vertical farming.

A dimostrazione delle potenzialità e delle sfide a cui indoor farming e vertical farming si affacciano, FEEM ha installato da dicembre 2019 una serra idroponica nella propria sede a Palazzo delle Stelline chiamata Food Sense. La serra ha uno scopo dimostrativo e didattico al fine di veicolare gli obiettivi che questi sistemi di produzione si pongono in relazione ai Sustainable Development Goals, oltre al singolo Obiettivo 2, fame zero.

La serra Food Sense è visitabile anche in tour virtuale dal sito dedicato http://www.foodsense-feem.com/

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