Tra il 1977 e il 1997 si sono realizzate nel mondo circa 1850
privatizzazioni di sensibili dimensioni, con oltre 750 miliardi di
dollari di introiti per i governi. Il fenomeno, che ha avuto una
dinamica esponenziale, ha riguardato più di 100 paesi e tutti i settori
in cui tradizionalmente operano imprese pubbliche: agricoltura e
industria, finanza, energia, telecomunicazioni, servizi di pubblica
utilità. Perché le privatizzazioni sono diventate un processo così
diffuso? Il volume fa luce su questo attualissimo tema, e propone una
tesi molto netta: le privatizzazioni sono state un processo con
caratteristiche diverse nelle varie aree del mondo, talvolta deciso
autonomamente per migliorare l’efficienza o per ridurre il debito
pubblico, spesso forzato da fattori esterni e realizzato in assenza di
regole e istituzioni adeguate. Gli autori osservano inoltre che,
nonostante i proclami e i programmi, generalmente i governi cedono quote
di proprietà, ma mantengono il controllo delle imprese attraverso
vendite di partecipazioni di minoranza, golden share, vincoli agli
investitori esteri. Alla radice di queste scelte non starebbe solo una
mancanza di volontà politica, ma fattori strutturali che renderebbero
difficile una privatizzazione ordinata, come l’assenza di mercati
evoluti dei capitali e istituzioni legali adeguate. Un’analisi
informata, in cui si formulano inoltre alcune proposte di linee-guida da
seguire nel processo di privatizzazione, nei casi in cui mercati,
regole e istituzioni non siano ancora completamente sviluppati.

Tra il 1977 e il 1997 si sono realizzate nel mondo circa 1850 privatizzazioni di sensibili dimensioni, con oltre 750 miliardi di dollari di introiti per i governi. Il fenomeno, che ha avuto una dinamica esponenziale, ha riguardato più di 100 paesi e tutti i settori in cui tradizionalmente operano imprese pubbliche: agricoltura e industria, finanza, energia, telecomunicazioni, servizi di pubblica utilità. Perché le privatizzazioni sono diventate un processo così diffuso? Il volume fa luce su questo attualissimo tema, e propone una tesi molto netta: le privatizzazioni sono state un processo con caratteristiche diverse nelle varie aree del mondo, talvolta deciso autonomamente per migliorare l’efficienza o per ridurre il debito pubblico, spesso forzato da fattori esterni e realizzato in assenza di regole e istituzioni adeguate. Gli autori osservano inoltre che, nonostante i proclami e i programmi, generalmente i governi cedono quote di proprietà, ma mantengono il controllo delle imprese attraverso vendite di partecipazioni di minoranza, golden share, vincoli agli investitori esteri. Alla radice di queste scelte non starebbe solo una mancanza di volontà politica, ma fattori strutturali che renderebbero difficile una privatizzazione ordinata, come l’assenza di mercati evoluti dei capitali e istituzioni legali adeguate. Un’analisi informata, in cui si formulano inoltre alcune proposte di linee-guida da seguire nel processo di privatizzazione, nei casi in cui mercati, regole e istituzioni non siano ancora completamente sviluppati.