“Leaving no one behind”. È questo l’impegno che 193 Stati membri delle Nazioni Unite hanno deciso di assumere con l’adozione dell’Agenda 2030 nel settembre del 2015. Un impegno, una sfida, che portano necessariamente alla revisione dell’impostazione di politiche e azioni tanto a livello globale quanto a livello locale. Le istituzioni europee e gli attori coinvolti nel processo decisionale nell’ambito della definizione delle politiche di coesione per il periodo 2021-2027 hanno evidenziato una forte convergenza nell’individuare la centralità degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 e la sua rilevanza strategica per il futuro stesso dell’Unione europea e nella definizione del Quadro Finanziario Pluriennale. L’Unione europea è fortemente impegnata – insieme ai suoi Stati membri – nell’attuazione dell’Agenda 2030 e dei suoi Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (OSS) – in linea con il principio di sussidiarietà – come dimostrato fin dal 2016 con la comunicazione della Commissione europea del 22 novembre, passando per le conclusioni del Consiglio dell’Unione europea su “Il futuro sostenibile dell’Europa: la risposta dell’UE all’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile”. Ancora, con il “Documento di riflessione verso un’Europa sostenibile entro il 2030”, la Commissione ha riaffermato il ruolo determinante dell’Unione europea nella definizione dell’Agenda 2030 e si è posta l’obiettivo della piena integrazione degli OSS nel quadro strategico europeo. Da ultimo, anche la Commissione von der Leyen ha posto la sostenibilità tra le priorità del suo mandato e tutti gli OSS sono integrati nelle sei priorità politiche presentate al Parlamento europeo all’atto di richiederne la fiducia. Gli OSS, sempre in coerenza con le priorità politiche della Commissione von der Leyen ed in particolare col Green Deal europeo, la nuova strategia di crescita dell’UE, sono stati conseguentemente integrati nell’ambito del Semestre europeo, con la Strategia annuale della crescita sostenibile e le Raccomandazioni specifiche per Paese, che tengono altresì in debito conto le esigenze derivanti dalla ripresa dagli effetti dell’epidemia di CoViD-19.

“Leaving no one behind”. È questo l’impegno che 193 Stati membri delle Nazioni Unite hanno deciso di assumere con l’adozione dell’Agenda 2030 nel settembre del 2015. Un impegno, una sfida, che portano necessariamente alla revisione dell’impostazione di politiche e azioni tanto a livello globale quanto a livello locale. Le istituzioni europee e gli attori coinvolti nel processo decisionale nell’ambito della definizione delle politiche di coesione per il periodo 2021-2027 hanno evidenziato una forte convergenza nell’individuare la centralità degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 e la sua rilevanza strategica per il futuro stesso dell’Unione europea e nella definizione del Quadro Finanziario Pluriennale. L’Unione europea è fortemente impegnata – insieme ai suoi Stati membri – nell’attuazione dell’Agenda 2030 e dei suoi Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (OSS) – in linea con il principio di sussidiarietà – come dimostrato fin dal 2016 con la comunicazione della Commissione europea del 22 novembre, passando per le conclusioni del Consiglio dell’Unione europea su “Il futuro sostenibile dell’Europa: la risposta dell’UE all’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile”. Ancora, con il “Documento di riflessione verso un’Europa sostenibile entro il 2030”, la Commissione ha riaffermato il ruolo determinante dell’Unione europea nella definizione dell’Agenda 2030 e si è posta l’obiettivo della piena integrazione degli OSS nel quadro strategico europeo. Da ultimo, anche la Commissione von der Leyen ha posto la sostenibilità tra le priorità del suo mandato e tutti gli OSS sono integrati nelle sei priorità politiche presentate al Parlamento europeo all’atto di richiederne la fiducia. Gli OSS, sempre in coerenza con le priorità politiche della Commissione von der Leyen ed in particolare col Green Deal europeo, la nuova strategia di crescita dell’UE, sono stati conseguentemente integrati nell’ambito del Semestre europeo, con la Strategia annuale della crescita sostenibile e le Raccomandazioni specifiche per Paese, che tengono altresì in debito conto le esigenze derivanti dalla ripresa dagli effetti dell’epidemia di CoViD-19.