Pandemia e sistemi educativi: il caso Basilicata
30.12.2020
Marcella De Filippo (Fondazione Eni Enrico Mattei);Â Annalisa Percoco (Fondazione Eni Enrico Mattei);Â Angela Voce (Fondazione Eni Enrico Mattei)
Digital mismatch e innovazione digitale a scuola, Il caso Basilicata: infrastrutture e devices, L’alfabetizzazione dei docenti Lucani, L’insegnamento digitale nel post-Covid
Economia e Ambiente, Anno XXXIX, N. 3 Settembre-Dicembre 2020, pp. 3-5
Il COVID-19 ha avuto un impatto senza precedenti sui sistemi educativi. Al suo apice 194 Paesi hanno chiuso gli istituti e sospeso le attività scolastiche in presenza, rivoluzionando il tradizionale modo di fare didattica. Lo shock provocato dalla pandemia ha lasciato in eredità la consapevolezza che l’istruzione è un settore estremamente vulnerabile e che una crisi sanitaria può incidere in maniera a volte irreparabile su strutture educative basiche, fondate su modelli rigidi e poco resilienti, ancorati a un certo conservatorismo e disarticolati dalla realtà contemporanea.
La crisi innescata dal Coronavirus è una minaccia e al tempo stesso un’opportunità per innovare l’intero settore scolastico e per correggere le distorsioni di modelli obsoleti e poco sostenibili. Paradossalmente, infatti, eventi critici come questo si sono spesso dimostrati capaci di mutare il corso della storia in positivo. Secondo il report AGCOM la scuola italiana ha un livello di digitalizzazione molto arretrato, e la scuola lucana è tra le realtà italiane a maggiore rischio di digital divide per connettività e innovazione didattica. Un divario che accentua un quadro di marginalità già presente e prospetta, per il prossimo futuro, un ampliamento della forbice del benessere tra questa regione e le altre realtà territoriali meglio posizionate. È risaputo che uno dei compiti fondamentali dei sistemi di istruzione e formazione professionale (IFP) è puntare all’allineamento tra l’offerta di competenze e la domanda delle stesse, per facilitare l’accesso dei giovani al mondo del lavoro. Nel 2022 il 25% delle posizioni lavorative aperte in Italia riguarderà il comparto digitale e già oggi il digital mismatch lascia vacanti circa 135.000 posti di lavoro nel settore IT. Al momento, solo il 25% degli studenti del Sud ha Digital Hard Skills, questo significa che occorre agire in fretta per rafforzare l’istituzione scolastica lucana e sul suo rapporto con il digitale, ciò al fine di garantire la qualificazione professionale degli studenti e opportune condizioni di ingresso nel mercato del lavoro. Il presente paper analizza, attraverso una lettura delle fonti statistiche e della letteratura a disposizione e mediante un questionario somministrato in modalità CAWI a un campione di insegnanti lucani, lo stato delle infrastrutture e l’alfabetizzazione dei docenti in ambito digitale, con un focus specifico sulla gestione della fase emergenziale, per trarne indicazioni di policy e spunti utili a una nuova fase programmatoria che sappia cogliere tutte le opportunità nate in seno alla pandemia.