Medio Oriente e Nord Africa sono da molto tempo la pietra angolare dell’architettura energetica globale, ma la situazione potrebbe presto cambiare. I costi sempre più bassi delle rinnovabili e i criteri sempre più stringenti delle politiche climatiche minacciano le rendite petrolifere. Oggi emergono due ulteriori stimoli che rendono la diversificazione economica non più differibile: il processo globale di decarbonizzazione e il bisogno di creare opportunità di lavoro per una popolazione che in questa regione del mondo è composta per il 60% da giovani con meno di 25 anni di età. I petrostati di Medio Oriente e Nord Africa possiedono alcuni dei più grandi fondi sovrani a livello mondiale. Questi fondi potrebbero essere usati per investimenti strategici nelle piccole e medie imprese anziché come strumenti per perpetuare lo schema della rendita petrolifera attraverso la finanza. L’obiettivo deve essere la futura stabilità sociale e politica di questa parte del mondo per contrastare il malcontento che negli ultimi anni ha portato alle Primavere arabe e alle crisi migratorie, i cui effetti si ripercuotono in Europa e nel mondo.