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Dietro il Brasile, ma davanti gli Stati Uniti. L’Italia si colloca a meta’ classifica nell’Indice di sostenibilita’ 2013 elaborato dalla Fondazione Eni Enrico Mattei (FEEM), un’analisi che tiene conto dell’effetto di politiche sociali, economiche e ambientali sulla sostenibilita’ attuale e futura dei vari Paesi nel mondo.

L’indice Feem SI, elaborato con cadenza biennale a partire dal 2009, e’ costruito per valutare in una sola misura sviluppo economico, sociale e ambientale di una nazione, in modo tale da permettere di confrontare la sostenibilita’ non solo tra Paesi ma anche nel tempo. L’Italia nel 2013, su un totale di 200 nazioni raggruppate in 40 Paesi/macroregioni, si e’ collocata al 20esimo posto in una classifica dominata dalle nazioni del Nord Europa, con Svezia e Norvegia nelle prime due posizioni.

Terza la Svizzera. Il team leader di Feem SI, Fabio Eboli, spiega che l’Italia, dal punto di vista ambientale si colloca nelle zone medio-alte della classifica, per poi ritrovarsi giusto a meta’ "a causa dei fattori economici che ci penalizzano", come per esempio l’alto livello del debito in rapporto al Prodotto interno lordo. In Europa l’Italia supera solo Polonia, Spagna, Portogallo e Grecia, con quest’ultima che addirittura si colloca al 36esimo posto assoluto dietro anche alla Cina, penalizzata dalla forte recessione economica. Il boom dell’economia cinese invece si riflette sul piazzamento di Pechino al 35esimo posto, cui fa da freno il deterioramento dell’ambiente naturale. La classifica tiene dunque conto dei fondamentali dell’economia come il rapporto debito/Pil o la crescita del Prodotto interno lordo, come dimostra che tra i Paesi piu’ sostenibli ci siano le nazioni con un Pil procapite maggiore. Senza dimenticare eccezioni a una prima analisi sorprendenti come il ‘caso’ Usa, che si piazza al 27esimo posto, dietro appunto a Italia, Portogallo o Brasile, (19esimo). Un posizionamento, quello degli Usa, che sconta l’eccessiva dipendenza della sua economia dallo sfruttamento del carbone. Le proiezioni di sviluppo economiche, le politiche messe in atto in ambito sociale e ambientale, permettono ai ricercatori di Feem di elaborare le proiezioni e le stime della sostenibilita’ dei Paesi nel 2030. Le analisi degli studiosi della Fondazione non prevedono grossi mutamenti in questo arco temporale, con l’Italia che confermera’ la 20esima posizione nell’Indice, sempre a un’incollatura dal Brasile e ancora davanti agli Usa. Per l’Italia, suggerisce Fabio Eboli, sono necessarie "politiche positive, certamente costose, ma utili per migliorare la propria sostenibilita’". Ai piani alti della classifica, la Svizzera scalera’ una posizione e invertira’ il proprio posto con la Norvegia. Dal punto di vista delle macroaree, gli Stati africani, soprattutto grazie al loro sviluppo economico, guadagneranno quattro posti, quelli raggruppati nel segmento ‘Resto dell’Asia’, che esclude i big come India, Cina, Indonesia, Giappone, Turchia, saliranno addirittura di sette gradini.

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