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Mercoledì 15 marzo ore 17 a Milano presso la Fondazione Eni Enrico Mattei, sarà presentato il volume “Energia e Patrimonio culturale in Basilicata e Puglia”, realizzato nell’ambito delle attività di divulgazione scientifica promossa da Eni e dalla Fondazione Eni Enrico Mattei, in collaborazione con le Soprintendenze archeologiche di Basilicata e Puglia.

Il libro “Energia e Patrimonio culturale in Basilicata e Puglia” descrive, con un linguaggio scientifico ma accessibile, i risultati delle ricerche archeologiche condotte tra il 1999 e il 2010 parallelamente alla costruzione dell’Oleodotto Viggiano-Taranto e delle annesse infrastrutture petrolifere. Scoperte importanti che contribuiscono ad una maggiore conoscenza dei territori di Puglia e Basilicata. Sono stati individuati, infatti, più di 150 siti d’interesse archeologico che hanno permesso di ridefinire il quadro della presenza dell’uomo dalla Preistoria recente al Medioevo. L’adozione di soluzioni tecniche e ingegneristiche ha favorito, inoltre, la tutela di particolari contesti archeologici ed è stata anche l’occasione per la promozione di significativi progetti di valorizzazione. “Le grandi opere possono diventare, se realizzate nel rispetto della normativa vigente e con l’applicazione di metodologie d’indagine adeguate, un valido strumento di conoscenza, indispensabile per un’efficace azione di tutela e di valorizzazione del territorio e del suo patrimonio culturale e generare lavoro anche nel settore dei beni culturali” dice la curatrice del volume, Ada Preite, archeologa. Di questo e altro si parlerà il 15 marzo alle ore 17:00 a Milano, presso il Palazzo delle Stelline, in Corso Magenta, 63. Interverranno Walter Rizzi, Responsabile coordinamento progetti Val d’Agri di Eni, e Antonio De Siena, ex Soprintendente archeologo della Basilicata. “La sinergia tra l’Eni e le Soprintendenze archeologiche di Basilicata e Puglia” – commenta Salvo Barrano, presidente dell’Associazione Nazionale Archeologi, che coordinerà la Presentazione del volume – “ha anticipato le norme sull’archeologia preventiva, una materia recepita nel nuovo Codice degli Appalti, che sta per essere ulteriormente regolamentata da appositi decreti del MIBACT e del MIT, come previsto dallo stesso Codice”. “Il lavoro svolto dall’Eni” – conclude Barrano – “rappresenta un esempio per l’armonizzazione tra le esigenze di sviluppo e quelle di tutela che deve diventare strutturale e diffuso”.

Associazione Nazionale Archeologi
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