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Milano, 12 luglio 2016 – Un nuovo studio condotto da un gruppo di ricercatori della Fondazione Eni Enrico Mattei (FEEM) e dell’Agenzia Nazionale per l’Ambiente olandese (PBL) ha esplorato le conseguenze delle politiche di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici sulle disuguaglianze globali. I risultati della ricerca, che hanno una rilevanza di policy particolare dopo l’accordo di Parigi dello scorso anno, sono stati pubblicati dalla prestigiosa rivista internazionale Environmental Research Letter nell’articolo "Alleviating inequality in climate policy costs: an integrated perspective on mitigation, damage and adaptation".

Lo studio è partito dai risultati del progetto di ricerca “Low climate Impact scenarios and the Implications of required Tight emission control Strategies – LIMITS”, coordinato dalla Fondazione Eni Enrico Mattei (FEEM) e finanziato dalla Commissione Europea.

“La percezione dell’equità delle politiche climatiche è un aspetto fondamentale nei negoziati internazionali sulle politiche del clima. Finora l’attenzione è stata rivolta principalmente alla distribuzione dei costi delle politiche di riduzione delle emissioni. Questo studio dimostra che i costi delle misure di adattamento e gli impatti residuali dei cambiamenti climatici rimarrebbero significativi anche qualora il riscaldamento globale fosse contenuto entro i 2°C di aumento rispetto ai valori pre-industriali” dichiara Enrica De Cian, ricercatrice senior della Fondazione Eni Enrico Mattei (FEEM) e del Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici (CMCC).

Lo studio ha utilizzato due differenti modelli economico-energetici, uno italiano e uno olandese, per esaminare cinque scenari di politiche incentrate sulla riduzione delle emissioni e per confrontare tre distribuzioni regionali dello sforzo di riduzione delle emissioni di gas serra: 1) distribuzione dello sforzo maggiore dove i costi di abbattimenti sono minori, 2) distribuzione dello sforzo in modo da uguagliare i costi di mitigazione in diversi paesi, 3) distribuzione dello sforzo in modo da rendere uguali i costi totali associati con i cambiamenti climatici, mitigazione, adattamento e danni residui. Lo studio dimostra come queste due ultime voci di costo, se non prese in considerazione, potrebbero amplificare le diseguaglianze create dalle politiche di mitigazione.

Un mercato globale delle emissioni è uno strumento che potrebbe “risarcire” i paesi più penalizzati dai cambiamenti climatici e dai costi delle politiche di mitigazione e delle misure di adattamento. Per fare ciò è necessaria una prospettiva più ampia che consideri la distribuzione totale dei costi. Infatti, le cifre necessarie per compensare i costi aggiuntivi legati all’adattamento e agli impatti in tutti i paesi maggiormente colpiti potrebbero raggiungere l’ordine dei 500 miliardi di dollari già nel 2050, persino in uno scenario di stabilizzazione dell’aumento della temperatura globale a 2 gradi centigradi.

Massimo Tavoni, coordinatore del programma di ricerca FEEM “Mitigation, Innovation and Transformation Pathways” e del progetto LIMITS, sostiene che sono necessari ulteriori studi come questo: “I ragionamenti sull’equità delle politiche dovrebbero guardare a tutte le componenti di costo associate ai cambiamenti climatici. L’attenzione che l'accordo di Parigi pone per la prima volta sul ruolo dell’adattamento assieme a quello della mitigazione richiede una comprensione più profonda delle interrelazioni tra mitigazione, adattamento e danni residui".

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