3 minuti di lettura

La Fondazione Eni Enrico Mattei (FEEM) e Monitor Group, un leader globale nella consulenza strategica, lanciano oggi il primo rapporto annuale sui fondi sovrani, intitolato “Weathering the Storm: Sovereign Wealth Funds in the Global Economic Crisis of 2008”. Il rapporto analizza gli effetti della crisi economica mondiale sulle strategie e sugli investimenti dei fondi sovrani (SWF).

Un rapporto completo sull’attività dei fondi sovrani nel 2008 che mostra come la crisi economica abbia causato perdite per più di 55 miliardi di dollari nei loro investimenti.

La partnership tra la FEEM e Monitor Group ha portato alla costruzione del più grande database a livello mondiale con oltre 1.150 transazioni condotte dai fondi nel periodo 1981-2008. "L’acceso dibattito sui fondi sovrani è stato anche alimentato dalla mancanza di informazione su cosa siano esattamente, quanto valgano e quali siano gli effetti del loro investimento sulle imprese e sulle economie. E’questo il gap che vogliamo colmare attraverso questa partnership strategica,” dice Bernardo Bortolotti, direttore della Fondazione Eni Enrico Mattei. "Le nostre analisi sembrano suggerire che la crisi abbia avuto un forte effetto sulle strategie dei SWF e che in futuro i loro investimenti saranno più orientati alla sostenibilità di lungo termine delle proprie economie piuttosto che ai rendimenti finanziari."
 
I punti fondamentali sull’attività dei fondi sovrani nel 2008 che emergono dal rapporto si possono così riassumere:

  • Nonostante la crisi, il volume degli investimenti è rimasto considerevole, sebbene si sia ridotto fortemente alla fine 2008, passando dai  67,8 miliardi di dollari del primo trimestre ai 35,1 miliardi di dollari nell’ultimo trimestre.
  • A causa della crisi, i SWF hanno subito perdite pari a almeno 55 miliardi di dollari. Questa cattiva performance si spiega innanzitutto con la forte esposizione dei SWF al settore finanziario e uno sfortunato stock picking di azioni di società in dissesto volto minimizzare le opposizioni politiche e l’intervento di regolazione nei diversi paesi.
  • Nonostante la crisi del settore, la finanza continua ad essere un target importante negli investimenti dei SWF. Nel 2008, tale settore rappresenta ancora per il 28 percento delle transazioni totali e per il 75 percento del controvalore (circa 96,2 miliardi di dollari).
  • Con il diffondersi della crisi, si è registrato un cambiamento nelle strategie di investimento dei SWF che si sono ritirati dai mercati esteri e hanno invece concentrato i loro sforzi sui mercati domestici, soprattutto per quanto riguarda i mercati emergenti. Nell’ultimo trimestre dell’anno i SWF hanno infatti cercato di sostenere le economie locali, messe duramente alla prova dalla crisi mondiale. Gli investimenti domestici hanno raggiunto il 40 percento del totale delle transazioni (il livello più alto dal 2002) e gli investimenti sui mercati emergenti sono arrivati a superare il 70 percento del valore totale delle acquisizioni (per la prima volta dal 2004).

Definizione di SWF

Non esiste ad oggi una definizione condivisa di SWF. Per orientare in maniera più oggettiva la discussione e la ricerca, il rapporto FEEM-Monitor propone una definizione standard basata sulle caratteristiche che differenziano questi fondi dagli altri veicoli governativi d’investimento. In particolare, i criteri che contraddistinguono un SWF sono cinque:

  • Essere di proprietà diretta di uno stato sovrano.
  • Essere gestito in modo autonomo e indipendente da altre istituzioni monetarie e finanziarie dello Stato.
  • Non avere passività e obblighi di natura previdenziale.
  • Gestire un portafoglio con dichiarati obiettivi di rischio-rendimento.
  • Investire una quota significativa dei propri assets all’estero.
  • Secondo il Rapporto, sono 31 i fondi presenti in 23 nazioni che rispettano i cinque criteri sopraelencati.
    Il rapporto annuale 2008 include anche alcuni articoli dei massimi esperti di SWF, tra cui Andrew Rozanov, l’analista che ha coniato il termine “Sovereign Wealth Funds”.