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”Nel prossimo futuro saranno cruciali la leadership delle istituzioni nel guidare il processo negoziale, la capacita’ dei governi e dei mercati di mobilizzare risorse finanziarie per gli investimenti nella ricerca e nello sviluppo di nuove tecnologie al fine di migliorare l’efficienza energetica e la sequestrazione del carbonio”.

Lo ha detto Giovanni Bazoli, presidente della Fondazione Cini, a Venezia, inaugurando con Paolo Scaroni, ad di Eni, presidente della Fondazione Mattei Eni, e i rappresentanti di Climate Policy Initiative, l’International Center for Climate Governance (ICCG). Un centro, all’isola di San Giorgio, che intende studiare il sistema di governo e il ruolo delle istituzioni nella programmazione delle future politiche per il clima, partendo da una base scientifica e affrontando l’aspetto della governance da una prospettiva multidisciplinare, ovvero socio-economica, culturale e politica.

Questa collaborazione fra prestigiose istituzioni nasce – ha spiegato Bazoli – in un momento in cui i cambiamenti climatici rappresentano una delle sfide piu’ importanti che i governi devono affrontare, in una delicata fase negoziale che non lascia ancora intravedere adeguate soluzioni globali.

”Le economie emergenti, che per sostenere la loro rapida crescita economica a bassi costi produrranno nei prossimi decenni una grande quantita’ di emissioni di gas climalteranti, sono riluttanti ad accettare impegni vincolanti sulla riduzione delle emissioni – e’ l’analisi di Bazoli -. Sull’altro fronte, i Paesi industrializzati non intendono accollarsi tutti i costi relativi al controllo del clima a livello globale, anche se sono consapevoli che la loro responsabilita’ storica non puo’ esimerli da un forte impegno sia di ricerca di un modello di crescita a minori emissioni, sia di aiuto ai Paesi in via di sviluppo, non solo piu’ fragili dal punto di vista socio-economico, ma anche piu’ vulnerabili ai cambiamenti climatici. Mentre le posizioni fra Nord e Sud del mondo restano ancora distanti, le indicazioni della scienza evidenziano la necessita’ di intervenire immediatamente, se si intende evitare il prodursi di danni irreparabili”.

Oggi piu’ che mai, per orientare le scelte dei governi in una prospettiva di cooperazione globale, e’ indispensabile – secondo Bazoli – non solo una migliore comprensione delle dinamiche dei sistemi socio-economici, energetici e climatici, ma anche una piu’ stretta collaborazione fra il mondo dell’industria, delle istituzioni e della ricerca internazionali.

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