6 minuti di lettura

Milano, 9 ottobre 2014 – In occasione del Salone della CSR e dell’Innovazione Sociale organizzato presso l’Università Bocconi, il 7 ottobre si è tenuto l’incontro “Sharexpo: Milano città condivisa per Expo 2015”, promosso da Collaboriamo, Fondazione Eni Enrico Mattei (FEEM), Fondazione Italiana Accenture, ModaCult e ExpoLab di Università Cattolica di Milano e Secolo Urbano.

A sei mesi di distanza dal lancio di Sharexpo – percorso volto a individuare proposte e iniziative per la sperimentazione della sharing economy durante Expo 2015 – i promotori del progetto hanno voluto offrire uno sguardo sulle progettualità che stanno nascendo attorno a Sharexpo e sulle opportunità che esse offrono per la valorizzazione dei servizi collaborativi nella città metropolitana di Milano.

Esponenti e rappresentanti dei principali settori d’intervento per la sharing economy hanno partecipato all’incontro offrendo la loro prospettiva sull’applicabilità di tale modello socio-economico e i risultati attesi dalle iniziative tese alla sua promozione.

L’Assessore alla Mobilità, Ambiente, Metropolitane, Acqua pubblica, Energia del Comune di Milano, Pierfrancesco Maran, ha aperto i lavori ricordando quanto sia essenziale, in questo momento di difficoltà, avviare iniziative fondate sull’uso dei beni -piuttosto che sul possesso – per rispondere ai bisogni esistenti. I servizi di mobilità condivisa attivi a Milano vanno in questa direzione. Il bike sharing, in particolare, si è rivelato già dal 2008 l’apripista dei servizi di sharing nella città. L’anno scorso, infatti, è stato avviato anche il servizio di car sharing del Comune e in seguito quelli promossi da operatori privati. L’Assessore ha dichiarato che la prospettiva è quella di aumentare i servizi in tutta l’area urbana aggiungendo che nei prossimi mesi, con lo scooter sharing, Milano diventerà una città ‘all you can share’. Molto resta ancora da fare (ad esempio raggiungendo un’ulteriore riduzione delle auto per abitante) ma allo stesso tempo, e anche grazie al car sharing, si può affermare che molto è già stato fatto. Secondo quanto dichiarato dall’Assessore, se da agosto a dicembre 2013 è stato creato un meccanicismo tale da portare il car sharing da 500 a 100.000 utenti, da oggi a maggio 2015 c’è spazio per immaginare qualcosa che non abbiamo ancora creato. 

Anche secondo la prospettiva della Camera di Commercio di Milano ci troviamo in una situazione in cui per la prima volta fenomeni di nicchia si stanno espandendo. Secondo Paolo Pipere, Responsabile del Servizio Ambiente e Ecosostenibilità della Camera di Commercio, il merito va soprattutto alle tecnologie. Le tecnologie possono essere infatti sfruttate per soddisfare nuovi bisogni. Perché non pensare, ad esempio, allo sharing di mezzi di trasporto logistico? La Camera di Commercio è interessata alla progettazione di iniziative legate alla sharing economy e sta valutando tutte le possibilità che vanno in questa direzione. Anche dal punto di vista di Pipere non siamo di fronte a un fenomeno passeggero, in quanto ci sono degli elementi che ci fanno capire che il passaggio è più pervasivo di quanto avessimo immaginato. Tutto ciò può essere un approccio vincente per uno sviluppo sostenibile e duraturo.

Sul tema del “cambio di paradigma” si è soffermata anche Silvia Bartellini, Presidente della cooperativa sociale La Cordata, che da vent’anni offre accoglienza e proposte di integrazione a turisti, studenti, lavoratori, famiglie, stranieri, minori, madri sole con bambini, persone con disabilità. “Per anni siamo andati alla ricerca di un modo diverso di concepire i servizi rivolti alle persone. La struttura dei servizi, come sono stati concepiti a partire dal dopoguerra, ha portato a importanti squilibri. Il modello utilizzato finora, fondato sul principio di ‘un bisogno-una risposta’, ha creato problemi di sostenibilità in termini economici e anche di individualismo”. La sharing economy rappresenta invece un cambio di paradigma, fondato sull’accesso, sulla condivisione, su servizi creati a partire dalla socializzazione dei bisogni. “Per funzionare però” – ricorda Bartellini – “tutto il sistema delle politiche di welfare deve essere coinvolto. E’ importante che le politiche pubbliche non restino indietro rispetto all’esperienza privata. Expo può essere una buona palestra”.

Tale scenario di cambiamento è favorito in primis dallo sviluppo delle nuove tecnologie digitali. “Viviamo nell’economia della conoscenza e ci sono economie della conoscenza in cui la tecnologia permette di erogare servizi di alto valore” – sottolinea Anna Puccio, Segretario Generale di Fondazione Italiana Accenture. “La tecnologia digitale ha permesso la nascita di nuove economie, tra cui quelle collaborative. Non si possono avviare esperienze di sharing economy senza l’ausilio e il supporto di sistemi digitali; per questo, prima di lanciare un nuovo progetto, è bene pianificare con cura la nostra presenza sulla rete cercando di lanciare la nostra iniziativa sulle piattaforme già disponibili online, puntando alla chiarezza dei contenuti, all’usabilità degli applicativi, ai veri bisogni degli utenti, ma soprattutto facendo rete con le esperienze che possono completare, integrare e dare forza al nostro progetto”.

Valeria Farina, infine, ha presentato un’iniziativa dedicata a tutte le aziende che durante Expo2015 vogliono sperimentare modalità di lavoro agile: SmartforExpo. Partendo dal problema della mobilità durante il periodo dell’ Esposizione Universale e riprendendo la “giornata del lavoro agile” promossa dal Comune di Milano lo scorso 6 febbraio, SmartforExpo propone ai datori di lavoro di organizzare giornate di lavoro da casa durante i mesi di Expo al 10% dei propri dipendenti; durante Expo, quindi si testeranno esperienze di telelavoro, coworking ecc. In questo modo (soprattutto negli spazi di coworking) le scrivanie che si libereranno in una zona della città saranno a disposizione di chi vive in quella stessa zona e che normalmente ha necessità di spostarsi per raggiungere il proprio posto di lavoro. “La sfida per SmartforExpo è anche quella di andare oltre Expo e passare allo Shareoffice”.

Il team di Sharexpo ha chiuso il dibattito ricordando la totale apertura da parte dei promotori del progetto a valutare tutte le iniziative che sposino i principi di collaborazione e accogliere le più promettenti.

***

Sharexpo è un percorso volto a individuare proposte e iniziative per la sperimentazione della sharing economy durante Expo 2015. Con la crescita della domanda che si verificherà durante i mesi dell’Esposizione, la Città Metropolitana di Milano diventerà il contesto ideale per sperimentare i servizi proposti dalla sharing economy.

L’idea di Sharexpo è nata a partire dalle riflessioni emerse durante Sharitaly, il primo evento dedicato all’economia collaborativa in Italia tenutosi a Milano il 29 novembre 2013, che ha fatto emergere un diffuso desiderio di vivere e percepire la città in modo diverso.

L’obiettivo di Sharexpo è fornire uno stimolo progettuale e ottenere un superamento dei vincoli normativi e burocratici che impediscono l’effettiva attuazione dei servizi collaborativi nella città.

Dopo una prima fase di lavori  preparatori avviata ad aprile 2014 e condotta da un Comitato d’indirizzo, è stato redatto un Documento d’Indirizzo contenente istanze, proposte e iniziative per la sperimentazione della sharing economy durante Expo Milano 2015. Il Documento di Indirizzo di Sharexpo è stato rivolto alle Pubbliche Amministrazioni per consentire la sperimentazione di servizi di sharing economy in un adeguato contesto normativo in vista dell’Esposizione Universale.

Il progetto Sharexpo si articola su due anni di attività. Di seguito le tappe principali del percorso:

  • 1 aprile 2014: costituzione del Comitato di Indirizzo e avvio dei lavori di stesura del Documento di indirizzo;
  • 15 aprile 2014: primo evento di consultazione con gli stakeholder;
  • 2 luglio 2014: conferenza stampa di presentazione del Documento di indirizzo di Sharexpo;
  • Luglio 2014 – aprile 2015: fase di implementazione del progetto;
  • Maggio – dicembre 2015: sperimentazione e valutazione delle politiche Sharexpo.


Web:
www.sharexpo.it
Info: info@sharexpo.it