4th November 2016: the Paris Agreement enters into force
4th November 2016 is an important date in the fight against climate change. The historic Paris Climate Change Agreement adopted in December 2015 and signed by 192 countries has entered into force today. As of 4th November 2016, 94 countries have ratified the agreement. Only a few of the largest emitters are still missing: Russia has yet to announce a date, Australia and Japan have started the ratification process. The full implementation of the accord will require further time and action, but the result achieved in Paris was beyond all expectations.”In nine months we did what took eight years for the Kyoto Protocol”, says COP21 President and French Minister of the Environment, Ségolène Royal. This shows the broad awareness of the need to hold global warming to no more than 2 degrees Celsius above pre-industrial levels.The COP22 meeting that will be held in Marrakech on Monday November 7 will mark another important step of the process. The UN Climate Conference will be the natural continuation of the debate started nearly one year ago in Pairs. It will also be the occasion to define the operational agreements needed to implement what has already been ratified by the Parties.There are still a number of points to be settled: definition of transparency rules (checking the commitments of each country), presentation of national strategies toward 2050, financial support to developing countries, technical support for “clean” development policies (renewables, transport and habitats with reduced energy expenditure, new agricultural practices, etc.). This is why COP 22 will have to be “a COP for action and implementation” as declared by Tosi Mpanu-Mpanu, Chair of the Least Developed Countries Group.
Watch the video-message by Prof. Carlo Carraro, FEEM Scientific Director!
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Giornata importante nella lotta al riscaldamento climatico: oggi entra in vigore lo storico accordo definito nella COP 21 di Parigi nel dicembre 2015 e firmato da 192 paesi. Ad oggi l’accordo è stato ratificato da 94 paesi. Tra i grandi “inquinatori” del pianeta sono pochi quelli che mancano all’appello: la Russia, che non ha comunicato ancora una data, l’Australia e il Giappone, dove invece sono stati avviati gli iter di ratifica. È vero che per dare piena attuazione all’accordo servirà ancora del tempo e una serie di accordi operativi, ma l’accordo di Parigi rappresenta un risultato insperato, di gran lunga superiore alle aspettative. “Abbiamo fatto in nove mesi ciò che aveva preso otto anni per il protocollo di Kyoto”, sostiene la Presidente della COP21 e ministra francese dell’Ambiente, Ségolène Royal, segno della presa di coscienza ad alto livello della necessità di limitare il riscaldamento climatico a 2 gradi rispetto ai livelli preindustriali. Altra tappa importante in questo processo sarà la COP 22 che inizierà a Marrakech lunedì 7 novembre. La Conferenza ONU sul Clima rappresenterà il naturale proseguimento di quanto dibattuto quasi un anno fa a Parigi e sarà l’occasione per preparare gli accordi operativi per dare continuità a quanto ratificato dagli Stati. Molti sono ancora i punti sui quali trovare un’intesa: la definizione delle regole di trasparenza (la verifica quindi degli impegni di ogni nazione), la presentazione delle strategie nazionali verso il 2050, gli aiuti finanziari ai paesi in via di sviluppo, l’aiuto tecnico per le politiche di sviluppo “pulito” (energie rinnovabili, trasporti e habitat con minore dispendio energetico, nuove pratiche agricole, ecc.). Per questo COP 22 dovrà essere “una COP dell’azione e della messa in opera” come ha affermato Tosi Mpanu-Mpanu, portavoce del Gruppo dei paesi meno avanzati.
Guarda il video-commento del Prof. Carlo Carraro, Direttore Scientifico di FEEM!