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Norvegia al top per indice della Fondazione Eni Enrico Mattei. C’e’ un altro ‘spread’ che rende vulnerabile l’Italia e la dovrebbe impensierire ed e’ quello che emerge dalla classifica della sostenibilita’ elaborato dalla Fondazione Eni Enrico Mattei.

La Penisola si attesta al 25esimo posto sui 40 Paesi o Regioni presi in considerazione ed e’ decisamente in coda nell’Unione europea, visto che solo Polonia e Grecia fanno peggio. In questo caso lo ‘spread’ che mina l’Italia e’ quello rispetto alla Norvegia, al top della classifica della sostenibilita’ davanti a Svezia e Svizzera. La Penisola ha infatti un indice pari a 0,472, quasi la meta’ rispetto allo 0,823 norvegese e distante anche dallo 0,630 della Francia (ottava) e inferiore anche alla Germania (sedicesima). A fondo classifica Indonesia con lo 0,323, Cina con lo 0,287 e India con lo 0,240. L’indice Feem e’ un indicatore di sviluppo e crescita che va oltre la misurazione del Pil, perche’ tiene conto delle interazioni tra le sue tre diverse componenti – economica, sociale ed ambientale – sulla base di 19 diversi fattori ed e’ in grado di confrontare la sostenibilita’ non solo tra paesi, ma anche nel tempo. Proiettando lo scenario base al 2020, l’Italia in effetti guadagna qualche posizione (e’ 22esima), ma resta sempre nella seconda meta’ della classifica.

Presentato per la prima volta a fine 2009, l’indice 2011 si e’ arricchito di nuove tematiche, quali la fragilita’ del sistema economico (debito pubblico e bilancia commerciale), la densita’ della popolazione e la vulnerabilita’ sociale, che include anche sicurezza energetica in termini di accesso all’energia e di dipendenza energetica. I Paesi che presentano un elevato livello di sostenibilita’ sono accumunati da elevate prestazioni in tutti e tre i pilastri, mentre i Paesi negli ultimi posti della classifica mostrano una maggiore eterogeneita’ tra i vari componenti.

Indonesia, Cina e India brillano per l’andamento economico, mentre pesano in negativo dimensione sociale e ambientale. Nel caso dell’Italia, invece, la deludente performance e’ da attribuirsi principalmente alla componente economica. Il Pil pro capite e’ in linea con la media Ue, cosi’ come i fattori che stimolano la crescita, vale a dire Investimento e Spesa in Ricerca e Sviluppo. A causare la bassa prestazione economica sono l’alto livello di debito pubblico e il disavanzo nella bilancia commerciale. La dimensione sociale presenta il risultato piu’ alto tra i pilastri della sostenibilita’, anche se non puo’ essere considerata tra le migliori a livello mondiale. Infine, anche la dimensione ambientale appare poco soddisfacente, in particolare per il limitato apporto delle energie rinnovabili nel mix energetico nazionale.

Il Sole 24 Ore Radiocor