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AGI – Milano, 10 dicembre 2009 – Lo sviluppo sostenibile e’ un tema sempre piu’ al centro dell’agenda dei governi di tutto il mondo, soprattutto dopo una crisi "dirompente, da interpretare come una scossa verso un nuovo paradigma di sviluppo".

Per questo Bernanrdo Bortolotti, direttore della Fondazione Eni Enrico Mattei, ha presentato oggi, assieme a Carlo Carraro, coordinatore del programma di ricerca per lo Sviluppo Sostenibile della fondazione e rettore dell’Universita’ di Ca’Foscari, l’Indice di Sostenibilita’ della FEEM.

Un indice che vuole essere il primo aggregato in grado di misurare la sostenibilita’ e che nel suo ranking per il 2009, vede l’Italia al 15esimo posto, mentre sul podio si piazzano Svezia, Finlandia e Canada.

"Il nostro obiettivo era trovare un nuovo indicatore che superasse i limiti del Prodotto interno lordo, tenendo conto di cosa significa per noi sviluppo sostenibile, ovvero uno sviluppo che non compromette le possibilita’ per le generazioni future", ha introdotto Bortolotti. Scendendo piu’ nel dettaglio, l’indice "e’ proiettabile sia sul futuro che sul passato e integra circa 20 indicatori in un unico modello (che caratterizza l’indice rispetto ai concorrenti, ndr)", come ha spiegato Carraro. Indicatori che sono divisi in tre macroaree: economica, sociale e ambientale. E proprio quest’ultima penalizza l’Italia, che si piazza solo al 26esimo posto su 40 regioni considerate, mentre nel lato sociale arriva addirittura ottava. Il gruppo di ricerca della Feem ha poi realizzato delle proiezioni da qui al 2020, che vedono l’Italia mantenere sostanzialmente invariata la propria posizione, con un indice di sostenibilita’ crescente, mentre grandi passi in avanti saranno fatti da paesi come la Russia e il Brasile.

L’indice di sostenibilita’ della FEEM e’ consultabile sul sito www.feemsi.org, che offre agli utenti gli strumenti percalcolarlo nelle sue varie componenti e per produrre scenari di previsione.

AGI