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12:41 (AGI) – Catanzaro, 22 gen. – C’è un grande progetto di recupero degli edifici storici e un impegno preciso in materia di rifiuti al centro della strategia che Sergio Abramo, sindaco di Catanzaro sta mettendo in campo per rendere la sua città più sostenibile. “Il tema della sostenibilità è al centro della nostra strategia. L’obiettivo che ha mosso fin dall’inizio la mia amministrazione è quello di centrare tutte le grosse fonti di finanziamento per rimettersi o restare al passo della media italiana ed europea. So bene che, in modo particolare al Sud, l’obiettivo è ambizioso, ma siamo sulla buona strada”, ha detto all’Agi. Per riuscire a raggiungere gli obiettivi di sostenibilità così come sono stati definiti dall’Agenda 2030 delle Nazioni Uniti, Catanzaro deve mettere in campo diversi progetti. I risultati raccolti dai ricercatori Fondazione Eni Enrico Mattei (FEEM) e pubblicati nel rapporto “Per un’Italia sostenibile: l’SDSN Italia SDGs City Index 2018” mostrano una città che deve aumentare i propri sforzi in questa direzione.

Su sedici indicatori analizzati, solo sei sono più a portata di mano, dal momento che sono stati raggiunti per oltre il 50 per cento. Gli altri dieci si trovano sotto questa soglia e almeno un paio si collocano sotto la soglia del 20 per cento. “In base al punteggio di questa ricerca Catanzaro si colloca nella media di tutte le città calabresi e meridionali, e comunque nella media nazionale. Questo significa che non vive problemi più pressanti di altre realtà, ma che ci sono aspetti che accomunano tutti gli enti locali”, ha spiegato Abramo. Per il sindaco di Catanzaro, va poi considerato un altro aspetto cui dobbiamo tener conto se vogliamo leggere con maggiore attenzione i risultati della ricerca. “Se da un lato alcuni indici possono restituire un quadro preciso della situazione – spiega – ce ne sono altri che non possono rendere la dimensione esatta della complessità della nostra realtà urbana. E degli indicatori che vengono presi in considerazione in questa ricerca, ce ne sono altri ancora che non sono per niente di competenza dell’ambito urbano comunale, come per esempio quelli sull’aspettativa di vita, sulla fame zero e sull’indice di obesità. Le classifiche semplificano e in molti casi sono utili, però vanno analizzate in profondità”.

Quella messa a punto da FEEM non è però una classifica. E’ solo uno strumento che vuole fornire agli amministratori e alle comunità locali informazioni utili a comprendere i risultati raggiunti dalle azioni messe in campo in un’ottica di sostenibilità. Si tratta di un percorso che punta a individuare 16 obiettivi in tutto che tengono conto di diversi indicatori economici (reddito, distribuzione, lavoro, infrastrutture, innovazione), ambientali (qualità dell’aria, acqua, rifiuti, energia sostenibile), sociali (partecipazione, cooperazione, assistenza), di salute (aspettativa di vita, obesità) e di istruzione. MOT

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