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17:43 (AGI) – Brindisi, 16 gen. – Sono i ragazzi, la loro possibilità di formarsi, di crescere e di dar vita a nuove imprese, le carte su cui Riccardo Rossi, nuovo sindaco di Brindisi, punta per favorire la piena trasformazione della sua città. Stretta dentro uno sviluppo legato all’industria pesante – energia e petrolchimico – la sfida della città pugliese è prendere decisamente la strada della definitiva transizione verso un nuovo modello di sviluppo basato sulla “economia della conoscenza”. Un vera e propria rivoluzione rispetto al passato, ma anche una scelta decisa che può traghettare Brindisi verso un futuro più sostenibile sotto il profilo ambientale e sociale. I dati raccolti dai ricercatori della Fondazione Eni Enrico Mattei (FEEM) e pubblicati nel rapporto “Per un’Italia sostenibile: l’SDSN Italia SDGs City Index 2018” del resto parlano chiaro: Brindisi deve fare molto per raggiungere gli obiettivi definiti dall’Agenda 2030 sulla sostenibilità delle nazioni Uniti. Solo sei dei sedici obiettivi esaminati sono stati raggiunti con una percentuale superiore al 50 per cento e sono dunque più a portata di mano. Gli altri invece sono tutti al di sotto della soglia del 50 cento e, tra questi, almeno 5 sono sotto quella del 20.

Gli obiettivi sono definiti sulla base di diversi indicatori economici (reddito, distribuzione, lavoro, infrastrutture, innovazione), ambientali (qualità dell’aria, acqua, rifiuti, energia sostenibile), sociali (partecipazione, cooperazione, assistenza), di salute (aspettativa di vita, obesità) e di istruzione. Quelli che, nel caso di Brindisi destano maggiore preoccupazione sono quelli legati all’istruzione, alla parità di genere, al lavoro, ai trasporti, ai rifiuti e anche alla partecipazione. “Sul tema del reddito e della povertà – spiega Rossi – Brindisi sconta il fatto di essere una città del Sud e una città in difficoltà in cui evidentemente c’è un problema di occupazione e c’è anche un problema in termini di qualità dei servizi” e questo anche per effetto di un nuovo sistema di finanziamento degli enti locali che non ha permesso di garantire un flusso finanziario tale da sostenere il fabbisogno. “Abbiamo valutato – ha spiegato Rossi – che il passaggio a nuovo sistema che ha spostato dai fondi governativi alla tassazione locale il finanziamento degli Enti Locali ha determinato per Brindisi dal 2010 al 2018 la perdita di circa otto milioni di euro all’anno su un bilancio complessivo di circa 110-120 milioni”. Si tratta di una cifra importante perché se è vero che una buona parte del bilancio dei comuni è assorbita dai costi fissi, questa cifra potrebbe essere destinata ad interventi mirati in diversi ambiti della vita cittadina. Per il primo cittadino di Brindisi, però non è solo una questione di bilancio e di risorse. (AGI) RED/MOT

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