Venerdì 1 marzo 2024
12:00 – 13:00 CET
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Abstract

La città di Venezia è situata all’interno della laguna, all’estremità nord-occidentale del Mar Adriatico, un mare marginale del Mediterraneo. Qui alcune delle maree più alte del Mediterraneo contribuiscono a far defluire le acque salmastre e a sostituirle con le acque marine della piattaforma costiera antistante la laguna. La città è stata nominata patrimonio mondiale dell’UNESCO per la bellezza dei suoi edifici e delle sue chiese e per il suo ambiente unico con i suoi canali e le sue gondole. Tuttavia, il cambiamento climatico sta minacciando questo delicato sistema. Se le proiezioni dell’IPCC sono corrette, potremmo incorrere in un innalzamento del livello del mare compreso tra 30 cm e 1 metro, a seconda degli scenari RCP considerati (IPCC, 2001, 2007, 2014, 2021). Altri modelli semi-empirici prevedono un innalzamento del livello del mare fino a 175 cm (Vermeer e Rahmstorf, 2009). È chiaro che per una città che si trova in media a soli 80 cm sopra il livello medio del mare, un tale aumento del livello dell’acqua non sarebbe sostenibile. È quindi di estrema importanza capire come la città possa essere salvaguardata da questa minaccia globale.

Negli ultimi anni è iniziata la costruzione delle barriere mobili (MOSE) per poter difendere la città di Venezia dalle alte maree e dalle mareggiate (Magistrato Alle Acque, 1997). La data di inizio dei lavori è stata il 2003, tuttavia, anche se ormai oltre il 97% dei lavori è stato completato, non è ancora chiaro quando l’intera opera sarà terminata e operativa. Una possibile data di completamento è, secondo le stime dello scorso anno, il 2025. Tuttavia, 15 anni fa la data di completamento era stata stimata per il 2014 (Water Technology, 2019), dunque nulla è certo riguardo alla data in cui il MOSE sarà definitivamente terminato. In ogni caso, è interessante stimare come il MOSE sarà in grado di difendere la città dall’acqua alta come conseguenza dei cambiamenti climatici. Altri studi hanno esaminato l’impatto del clima sulla città. Uno studio (Umgiesser et al., 2006) ha esplorato due possibili valori del livello del mare (30 e 50 cm) per verificare la frequenza di chiusura delle barriere e le relative implicazioni sul traffico navale. Sulla base di un’analisi statica delle maree, un altro studio (Carbognin et al., 2010) ha stimato in circa 250 il numero di chiusure con un SLR di 50 cm. Altri studi hanno esaminato le implicazioni economiche delle chiusure (Vergano et al., 2010). Infine, è stato pubblicato un articolo sull’impatto delle operazioni delle barriere mobili (Umgiesser, 2020) che mostra che sarebbero necessarie tra 300 e 400 chiusure (una volta al giorno) per uno SLR di 50 cm.

Speaker

Georg Umgiesser è direttore di ricerca presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche di Venezia. Dirige un gruppo di scienziati che studia principalmente le lagune e la zona costiera con la modellazione numerica. Tra i suoi interessi principali, lo sviluppo di modelli numerici, l’interazione mare-laguna, la previsione delle mareggiate e l’insegnamento delle tecniche di discretizzazione e dell’oceanografia. Uno delle aree tematiche centrali è l’analisi del futuro di Venezia rispetto ai cambiamenti climatici. È il coordinatore italiano dell’infrastruttura DANUBIUS-RI. Ha pubblicato più di 100 articoli peer-reviewed, con un h-index pari a 47.

Questo webinar è il secondo di una serie di Seminari, a cura del Programma di ricerca FEEM “Climate Change Adaptation (Adapt@VE)” e dell’Università Ca’ Foscari, incentrati sulla laguna di Venezia.

Leggi il Comunicato stampa dell’08/02/2024