“Il vittimismo chiede pietà, mentre l’autodeterminazione impone rispetto. L’immaginario porta con sé i residui della storia – schiavitù, colonizzazione e razzismo – mentre l’indignazione selettiva dei benpensanti non serve alla nostra causa, ma occorre una critica della ragione africana con una grammatica nuova e una ortografia istituzionale.

Gli africani sono i migliori ambasciatori del Made in Italy e un potente vettore della cooperazione allo sviluppo, ma dobbiamo imparare a rubare il “fuoco sapienziale”, come fece Prometeo nella mitologia greca, trasferendo le competenze acquisite qui verso il nostro Continente. Questo approccio richiede il protagonismo dei singoli, capace di creare un’emulazione positiva e non i soliti piagnistei. Un Sistema Paese responsabile dovrebbe imparare ad interloquire con i profili qualificati e qualificanti per generare un valore aggiunto e una spirale virtuosa di proficuo dialogo tra le nostre diverse realtà.” – Otto Bitjoka, Presidente dell’Associazione UCAI (Unione delle Comunità Africana d’Italia)

Biografia del lecturer
Otto Bitjoka, italo-bantù, vive da quasi 40 anni a Milano. E’ laureato in Scienze economiche e bancarie presso l’Università Cattolica di Milano. E’ stato amministratore delegato di una banca in Camerun (nominato per decreto del Presidente della Repubblica) e vice presidente di Extrabanca spa in Italia. Ha organizzato gli Stati Generali degli immigrati in Italia e si occupa di ricerche sull’imprenditoria immigrata.

Inoltre ha pubblicato: 
– “Ci siamo – il futuro dell’immigrazione in Italia“, Sperling & Kupfer; 
– “Legittime aspettative : Il cammino dell’immigrato nella nuova Italia“, Claudiana Editore; 
– e numerosi articoli. 

Oggi è Presidente dell’Associazione UCAI (Unione delle Comunità Africana d’Italia) e consulente in diversi stati africani.