Presentazione del lavoro di dottorato svolto in collaborazione con l’Università degli studi della Basilicata, riguardante la valutazione della qualità ambientale del Lago Pertusillo secondo un approccio multidisciplinare.

Il lago di Pietra del Pertusillo è un invaso artificiale ubicato nell’Alta Val d’Agri, nella parte sud-occidentale della Basilicata. Le acque invasate  sono utilizzate per la produzione di energia elettrica e per soddisfare le esigenze idropotabili e irrigue delle regioni Puglia e Basilicata. L’invaso è incluso nel territorio del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese.

Il Pertusillo è, inoltre, localizzato in prossimità del più grande giacimento onshore dell’Europa Occidentale; nel suo bacino di drenaggio sono altresì presenti: industrie plastiche ed altre attività industriali, attività agricole, impianti di depurazione urbani e industriali, discariche, fattorie.

I metalli pesanti sono tra i contaminanti ambientali più pericolosi per gli organismi e derivano sia dai processi di degradazione delle rocce che da molte attività antropiche. L’analisi dei metalli nei sedimenti profondi di un invaso consente di registrare i cambiamenti ambientali, sia naturali che artificiali, che si sono verificati sia al suo interno che nel suo bacino di drenaggio.

Nonostante la grande importanza che rivestono i sedimenti di acque interne, esiste una lacuna normativa sia a livello comunitario che nazionale e pertanto attualmente anche in Italia le concentrazioni soglia di contaminazione per i suoli sono utilizzate come standard anche per i sedimenti lacustri.

Partendo da questi presupposti, il seminario, tenuto dalla dott.sa Fortunato, illustrerà l’approccio metodologico multidisciplinare applicato ai sedimenti dell’invaso del Pertusillo per: la comprensione dei processi sedimentologici e minero-chimici che si verificano al suo interno e la valutazione della qualità ambientale dei suoi sedimenti attraverso l’analisi chimica di metalli pesanti. Nel corso del seminario saranno presentati e discussi i risultati ottenuti dal lavoro che è stato oggetto di un dottorato di ricerca in Scienze della Terra presso l’Università degli Studi della Basilicata concluso a gennaio 2017. Lo studio è stato finanziato da FEEM.


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