La Commissione Europea, lo scorso 21 aprile, ha introdotto importanti novità in tema di disclosure climatica delle imprese. Da un lato, con la proposta di una Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) ha inteso ampliare il perimetro di applicazione della rendicontazione non-finanziaria e migliorare la qualità delle informazioni comunicate dalle imprese, pur tenendo conto delle specificità, capacità e risorse delle PMI.
La CSRD mira altresì a integrare le raccomandazioni della Task Force on Climate-related Financial Disclosure del Financial Stability Board, finora circoscritte alle Non-binding Guidelines on Non-financial Reporting della stessa Commissione, ribadendo così la centralità del concetto di “doppia materialità”. Dall’altro lato, con l’accordo politico raggiunto dalla Commissione, si è avviato il percorso di approvazione degli atti delegati della tassonomia europea delle “attività economiche sostenibili”, definendo un primo insieme di criteri tecnici di selezione per le attività che contribuiscono significativamente alla mitigazione e all’adattamento al cambiamento climatico.
Le proposte sono ambiziose anche riguardo ai tempi di applicazione: è previsto che la CSRD venga recepita dagli Stati Membri entro il 1° dicembre 2022 (e applicata dal 1° gennaio 2023), mentre il primo insieme di criteri tecnici di screening della tassonomia dovrebbe essere operativo dal 31 dicembre 2021. In questo contesto evolutivo, il confronto tra stakeholder – imprese, università, centri di ricerca, autorità di regolamentazione, organismi internazionali, governi, enti locali – è essenziale.
Il 22 giugno 2021, per il quarto anno consecutivo, Fondazione Eni Enrico Mattei organizza un dibattito tra imprese e stakeholder che, a partire da alcuni casi di studio, consenta di riflettere sulle modalità più efficienti ed efficaci per rispondere alla crescente domanda di disclosure climatica.