A causa dell’opposizione di Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria e Polonia, i leader europei non sono riusciti, nel summit di giugno, ad adottare l’obiettivo di neutralità climatica al 2050. Tale obiettivo, che implica che entro il 2050 l’Europa debba assorbire tutte le emissioni di gas serra da essa emesse, ha acquisito slancio nell’ultimo mese. Se a maggio solo otto Paesi sostenevano questo obiettivo, oggi il fronte si è allargato a 24 Paesi.

I leader europei devono ora convincere i quattro Paesi contrari a sciogliere le loro riserve, per arrivare a raggiungere un accordo unanime sull’obiettivo 2050 prima del prossimo summit delle Nazioni Unite sul clima di settembre.

Tale incontro sarà di cruciale importanza per il futuro dell’accordo di Parigi. Per rimanere all’avanguardia dell’azione globale per il clima, l’Europa deve arrivare a New York con l’obiettivo della neutralità climatica al 2050 in tasca, anche per spingere la Cina e gli altri principali emittori a seguire la stessa strada.