«L’impresa è uno specialissimo costrutto sociale a fondamento economico
in cui la lotta contro il male deve continuare a impegnare l’umano». In
questo volume, un pensatore anticonvenzionale – brillante accademico e
insieme appassionato protagonista e indagatore della realtà economica –
affronta un tema che nel tempo ha impegnato, quasi un filo costante, la
sua ricerca: la responsabilità sociale dell’impresa. L’impresa non è una
monade: è un attore economico, e insieme sociale, politico,
istituzionale, storico. E dunque si pone (oggi, con speciale urgenza) la
questione dell’etica di impresa, come impegno morale collettivo
dell’organizzazione-impresa: come «morale di sostegno» ad un mercato che
da solo non può reggersi. Etica dell’impresa, nei suoi rapporti con la
comunità sociale e con l’ambiente in cui vive e opera; etica
nell’impresa, sotto il profilo per nulla secondario della responsabilità
verso le persone che in essa trascorrono la vita. Recuperando il tema a
una riflessione dichiaratamente, e comunque colloquialmente, filosofica
(e così sottraendolo alle tentazioni mistificanti di preconfezionate
norme, certificazioni e rating etici, e ad un riduzionismo
economicistico parecchio diffuso), Sapelli non teme di parlare di
«giustizia», ritornando ai concetti antichi della giustizia distributiva
– quella del dare secondo i meriti – e della giustizia commutativa, che
mira a ricostruire, fra gli uomini, un’eguaglianza. E offrendo
riflessioni nuove sulla giustizia riparatrice, quella che anche
nell’impresa può, nel risolvere i conflitti, tendere alla «vita buona».

«L’impresa è uno specialissimo costrutto sociale a fondamento economico in cui la lotta contro il male deve continuare a impegnare l’umano». In questo volume, un pensatore anticonvenzionale – brillante accademico e insieme appassionato protagonista e indagatore della realtà economica – affronta un tema che nel tempo ha impegnato, quasi un filo costante, la sua ricerca: la responsabilità sociale dell’impresa. L’impresa non è una monade: è un attore economico, e insieme sociale, politico, istituzionale, storico. E dunque si pone (oggi, con speciale urgenza) la questione dell’etica di impresa, come impegno morale collettivo dell’organizzazione-impresa: come «morale di sostegno» ad un mercato che da solo non può reggersi. Etica dell’impresa, nei suoi rapporti con la comunità sociale e con l’ambiente in cui vive e opera; etica nell’impresa, sotto il profilo per nulla secondario della responsabilità verso le persone che in essa trascorrono la vita. Recuperando il tema a una riflessione dichiaratamente, e comunque colloquialmente, filosofica (e così sottraendolo alle tentazioni mistificanti di preconfezionate norme, certificazioni e rating etici, e ad un riduzionismo economicistico parecchio diffuso), Sapelli non teme di parlare di «giustizia», ritornando ai concetti antichi della giustizia distributiva – quella del dare secondo i meriti – e della giustizia commutativa, che mira a ricostruire, fra gli uomini, un’eguaglianza. E offrendo riflessioni nuove sulla giustizia riparatrice, quella che anche nell’impresa può, nel risolvere i conflitti, tendere alla «vita buona».