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Milano, 15 luglio 2020 – Nel Sustainable Development Report 2020 l’Italia, come lo scorso anno, si classifica al 30mo posto, dietro ad altri Paesi dell’OCSE (oltre quelli nordici) quali la Francia, la Germania e la Spagna. Tale ordine riprende in parte quello scorso dell’SDG Index and Dashboard Report for European Cities 2019, che analizza le performance di 45 capitali europee ed aree metropolitane in base al loro livello di avanzamento nei 17 SDGs sulla base di 56 indicatori elementari.

Le sole classifiche, nonostante possano rappresentare un’opportunità chiave per accrescere l’attenzione in merito agli SDGs, non sono sufficienti ai fini di una definizione programmatica di politiche ed azioni da attuare a livello di istituzioni e società civile. Soprattutto alla luce della Decade of Action quest’anno avviata, che prevede soluzioni accelerate alle problematiche poste dall’Agenda – si ricorda, tra l’altro, che 21 dei 169 target in essa contenuti hanno scadenza al 2020 – è fondamentale che a livello globale tutti i settori della società si mobilizzino dinnanzi alle sfide più urgenti della nostra storia: la povertà, la disparità di genere, oltre naturalmente alle disuguaglianze, il cambiamento climatico e gli esistenti divari economico-finanziari. Una tale ambizione è realizzabile solo lavorando su due fronti: da una parte quello globale, che necessita in primis di maggiori quantità di risorse e leadership più efficienti; dall’altra quello locale, che richiede trasformazioni nelle politiche, nei budget e nelle normative, ma anche e soprattutto nell’operato delle città e delle amministrazioni locali.

Considerata da una parte l’irreversibilità del nostro attuale modello di crescita e dall’altra l’urgenza di integrare le dimensioni economica, sociale ed ambientale in un paradigma futuro di sviluppo, è fondamentale implementare l’Agenda 2030, a meno di 10 anni dalla sua conclusione, a livello globale, ma anche attraverso la declinazione dei suoi contenuti su scala locale: l’attuazione dell’Agenda ed il raggiungimento dei suoi Obiettivi passa necessariamente attraverso la sua territorializzazione. Oltre al carattere per la maggior parte locale della programmazione contenuta nella Decade of Action, anche l’SDG Index and Dashboards Report for European Cities afferma espressamente come il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile richieda grandi trasformazioni a livello locale nel settore dei trasporti, dell’energia e della pianificazione urbana, così come nuovi approcci nei confronti della povertà, delle disuguaglianze nell’accesso ai servizi pubblici, inclusa la sanità e l’educazione.

Per supportare gli amministratori locali affinché conoscano adeguatamente il livello di sostenibilità dei propri territori, ma anche per accrescere la consapevolezza delle comunità in merito, la Fondazione Eni Enrico Mattei ha elaborato un indice urbano per misurare il grado di sostenibilità dei comuni-capoluogo di provincia italiani, uno regionale che fornisce il posizionamento regionale relativo degli SDGs rispetto alla media delle regioni italiane, e infine uno strumento utile a province e città metropolitane del nostro Paese.

Il processo di misurazione e monitoraggio dei livelli di sostenibilità locale in Italia rientra nel più ampio tentativo di informare la società civile e le istituzioni su quelli che sono i traguardi e le questioni che ancora rappresentano criticità su cui lavorare in futuro.

A due anni dalla pubblicazione dell’SDSN Italia SDGs City Index, la Fondazione Eni Enrico Mattei e SDSN Italia rendono disponibile il Rapporto “L’SDSN Italia SDGs City Index per un’Italia Sostenibile: Report di aggiornamento”, parte di un impegno ormai consolidato volto ad implementare la localizzazione dell’Agenda 2030 e dei suoi 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Così come il City Index 2018, primo rapporto nazionale quantitativo sulla sostenibilità urbana, anche il suo aggiornamento mira a costituire uno strumento per supportare gli amministratori locali nella definizione di politiche adatte alle singole realtà territoriali.

Utilizzando 46 indicatori elementari per 16 su 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs), il Rapporto presenta i dati di 103 comuni-capoluogo di provincia italiani, proponendo, in aggiunta e solo previe opportune considerazioni metodologiche, una comparazione degli stessi a distanza di un biennio.

Considerando contemporaneamente tutti gli indicatori elementari che compongono i singoli Goal e fissando al 100% il pieno raggiungimento dei target internazionali dell’Agenda ONU, risulta come mediamente le città italiane ne abbiano raggiunto il 53%. Nello specifico, non vi è alcuna città, tra quelle analizzate, che ha raggiunto più dell’80% della sostenibilità complessiva, e nessuna che ha raggiunto meno del 20% della stessa: vi è dunque una reale necessità di un maggior coinvolgimento attivo della sfera locale per implementare appieno questi Obiettivi.

Il nuovo Report vuole servire da strumento per aumentare la consapevolezza della società civile sullo stato di sostenibilità dei propri territori, e al tempo stesso per supportare gli amministratori locali nella scelta delle politiche da attuare, attraverso non solo una fotografia della distanza delle loro città dai target dell’Agenda 2030, ma anche una comparazione, laddove possibile, tra performance a distanza di un biennio.