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I risultati mostrano che la città è sulla buona strada per alcuni significativi obiettivi dei sedici definiti dall’Agenda, raggiunti con percentuali superiori al 50. Margini di miglioramento per l’accesso al cibo (orti urbani e indice di obesità), istruzione e uguaglianza di genere. L’amministrazione è già al lavoro su energia, trasporti, lavoro.

Attenzione alle risorse ambientali e naturali, recupero delle aree industriali dismesse e maggiore attenzione verso il territorio, le sue produzioni e alla dieta mediterranea. E’ attraverso questo mix di interventi che Imperia, uno dei capoluoghi di provincia del Ponente ligure, sta lavorando per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità.

A spiegarlo è Claudio Scajola, che da giugno dello scorso anno è tornato a guidare la cittadina ligure. Molti sono gli obiettivi da raggiungere. I ricercatori della Fondazione Eni Enrico Mattei (FEEM) hanno analizzato i sedici obiettivi definiti dalla Nazioni Unite per valutare lo stato di attuazione delle politiche sulla sostenibilità per ciascuna delle città italiane capoluogo di provincia. I dati sono stati raccolti e pubblicati nel rapporto “Per un’Italia sostenibile: l’SDSN Italia SDGs City Index 2018”.

Cosa dice la ricerca FEEM

La ricerca ha misurato, per ciascuna delle città capoluogo di provincia italiane, la percentuale di attuazione delle politiche di sostenibilità così come sono state definite dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Si tratta in tutto di 17 obiettivi che tengono conto di diversi indicatori economici (reddito, distribuzione, lavoro, infrastrutture, innovazione), ambientali (qualità dell’aria, acqua, rifiuti, energia sostenibile), sociali (partecipazione, cooperazione, assistenza), di salute (aspettativa di vita, obesità) e di istruzione.

L’obiettivo è quello di fornire agli amministratori e alle comunità uno strumento utile a comprendere lo stato di attuazione delle diverse iniziative messe in atto. “Focalizzare gli obiettivi – spiega il Sindaco di Imperia – è il primo passo per poterli raggiungere. Avere dei traguardi specifici su cui lavorare può senz’altro essere d’aiuto a chi amministra la cosa pubblica. Tuttavia, non si deve perdere il quadro d’insieme, il disegno complessivo del tipo di città che si vuole raggiungere. Il perseguimento di un singolo obiettivo ha senso se si sposa con la crescita generale della qualità della vita delle nostre comunità”.

Sotto questo profilo i dati raccolti dai ricercatori della Fondazione Eni Enrico Mattei restituiscono una serie di informazioni attraverso le quali si può delineare un quadro coerente della città. “Vedo rispecchiata la sensazione di tutti coloro che conoscono davvero Imperia. È una città che ha grandi bellezze e potenzialità, a partire da condizioni climatiche uniche in Italia. L’opera dell’uomo non è sempre stata all’altezza di queste peculiarità naturali, specie negli ultimi anni, e la città è rimasta indietro su tanti fronti. C’è molto terreno da recuperare, ma ci sono gli spazi per farlo” spiega ancora Scajola. Anche sotto il profilo quantitativo gli indicatori mostrano una loro coerenza. “Su buona parte dei punti – dice il Sindaco di Imperia – vedo una corrispondenza con i dati a nostra disposizione. Su altri bisognerebbe articolare un discorso più complesso, perché andrebbero valutati alla luce di un contesto più ampio rispetto a quello cittadino. Il Ponente Ligure nel suo insieme, ha alcune criticità strutturali, penso ad esempio alle infrastrutture, che devono essere risolte per permettere alle città di esprimere a pieno il proprio potenziale”.

I risultati mostrano che Imperia è sulla buona strada per almeno 7 dei sedici obiettivi definiti dall’Agenda che sono stati raggiunti con percentuali superiori al 50 per cento e, in almeno in un caso, anche all’80 per cento. In particolare oltre all’obiettivo 1 (lotta alla povertà) sono positivi anche quelli che riguardano la salute e il benessere dei cittadini, l’acqua, i rifiuti, l’indice di disuguaglianza economica, la riduzione delle emissioni e il verde urbano.

“Imperia – spiega Scajola – è una città in cui si vive bene. Non per nulla è la seconda casa di molti italiani che vivono in Piemonte e in Lombardia e di molti tedeschi. Ma deve essere una seconda casa accogliente ed è per questo motivo che stiamo lavorando per renderla più ordinata, più pulita, più sicura, più viva. Da poche settimane, ad esempio, abbiamo avviato un sistema moderno di raccolta domiciliare dei rifiuti, che riteniamo ci porterà ad essere una città modello su questo fronte in Italia”.

Le note dolenti

Tuttavia ci sono alcuni aspetti che mostrano una certa sofferenza. Almeno 9 obiettivi ancora non sono stati raggiunti con percentuali superiori al 50 per cento: quello che riguarda l’accesso al cibo (orti urbani e indice di obesità) per esempio, ma anche quello relativo all’istruzione e all’uguaglianza di genere, poi l’energia, i trasporti, il lavoro, lo smog e, infine anche partecipazione e aggregazione sociale. Gli ambiti su cui intervenire sono davvero molti.

“La priorità è il lavoro. L’obiettivo è perseguire lo sviluppo della città, coniugando visione turistica, sostenibilità e riqualificazione delle ex aree industriali. Abbiamo un progetto esecutivo per realizzare una pista ciclo-pedonale lunga sei chilometri, che correrà sulla linea costiera dove fino a pochi anni fa passavano i treni. Sarà presente anche un mezzo di trasporto pubblico ecologico che unirà i due centri principali di Imperia. Stiamo poi lavorando su tutta una serie di ipotesi per il recupero di ampie porzioni di territorio, un tempo a destinazione industriale, che possono avere una nuova vita e garantirci di centrare molti obiettivi di sviluppo”.

I progetti in cantiere

Inoltre sono in corso di realizzazione molti altri progetti. “Sul fronte dell’alimentazione, Imperia è considerata la città dell’olio e la capitale della dieta mediterranea. Da anni – spiega Scajola – portiamo avanti i valori di una corretta nutrizione basata sulle nostre eccellenze agroalimentari, che sono per lo più il frutto di un’agricoltura ben integrata con il territorio. Sono inoltre in corso progetti importanti che riguardano sia l’efficientamento energetico delle diverse strutture comunali, tema al quale tengo particolarmente, che l’abbattimento delle barriere architettoniche. Imperia può essere una città modello anche sul fronte dell’inclusione e della solidarietà”.

La sfida della sostenibilità impone un ritmo serrato agli amministratori: il 2030 è dietro l’angolo, se si pensa ai tempi della pianificazione e della programmazione. “Imperia ha le carte in regola per essere identificata nel giro di pochi anni come città sostenibile. Anzi – ha concluso – il percorso di crescita che la città ha intrapreso in questo ultimo periodo passa in gran parte dalla capacità che avremo di attuare strategie che tengano conto dei passi in avanti che devono essere fatti su questi fronti. Sono per natura ottimista. Ritengo che ce la faremo”.

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