Questo numero di Equilibri si concentra sulla dimensione urbana e sulla centralità della sua declinazione per antonomasia, la città, che ne ha storicamente scandito dinamiche e processi ed è ancora destinata a rappresentare il fulcro dell’urbanizzazione negli anni a venire. È un numero che può definirsi polifonico, nel suo tentativo di unire prospettive e discipline differenti per rendere conto di un fenomeno articolato e denso per sua natura di complessità.

D’altra parte, oggi più che mai, alla luce di spinte endogene e improvvisi shock esogeni – con la crisi pandemica in testa e nell’anima – non è possibile parlare di un unico paradigma di sviluppo urbano, a maggior ragione in un contesto globale di grande urbanizzazione e crescita demografica come quello a cui stiamo assistendo, con due terzi della popolazione mondiale destinata a vivere in grandi aree metropolitane entro il 2050.

E ancor più difficile individuare un modello universalmente considerato vincente dagli analisti della dimensione urbana e delle sue innumerevoli classificazioni. È stato quindi necessario mettere a fattor comune viste differenti e ribaltarne la prospettiva, un compito impegnativo e ambizioso al quale questo numero di Equilibri non si è sottratto.

Questo numero di Equilibri si concentra sulla dimensione urbana e sulla centralità della sua declinazione per antonomasia, la città, che ne ha storicamente scandito dinamiche e processi ed è ancora destinata a rappresentare il fulcro dell’urbanizzazione negli anni a venire. È un numero che può definirsi polifonico, nel suo tentativo di unire prospettive e discipline differenti per rendere conto di un fenomeno articolato e denso per sua natura di complessità.

D’altra parte, oggi più che mai, alla luce di spinte endogene e improvvisi shock esogeni – con la crisi pandemica in testa e nell’anima – non è possibile parlare di un unico paradigma di sviluppo urbano, a maggior ragione in un contesto globale di grande urbanizzazione e crescita demografica come quello a cui stiamo assistendo, con due terzi della popolazione mondiale destinata a vivere in grandi aree metropolitane entro il 2050.

E ancor più difficile individuare un modello universalmente considerato vincente dagli analisti della dimensione urbana e delle sue innumerevoli classificazioni. È stato quindi necessario mettere a fattor comune viste differenti e ribaltarne la prospettiva, un compito impegnativo e ambizioso al quale questo numero di Equilibri non si è sottratto.