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17:40 (AGI) – Ravenna, 9 gen. – La città di Ravenna non sarà la più ricca, ma certo è tra quelle che hanno fatto di più e meglio per superare le disuguaglianze economiche. I dati raccolti dai ricercatori della Fondazione Eni Enrico Mattei (FEEM) e inclusi nel rapporto “Per un’Italia sostenibile: l’SDSN Italia SDGs City Index 2018” su questo punto sono molto chiari. In Italia, appena una dozzina di città capoluogo di provincia, possono vantare di aver raggiunto quasi del tutto questo particolare obiettivo che misura la distribuzione del reddito tra i cittadini e ne quantifica le disuguaglianze. A esserne particolarmente fiero è il sindaco Michele de Pascale. “Mi piace sottolineare che il benessere economico di questa comunità non è il principale indicatore di ricchezza di queste terre, ma lo è piuttosto il superamento della disuguaglianza”, ha detto all’Agi. “L’obiettivo è stare meglio economicamente tutti, senza lasciare indietro nessuno, lasciando ai figli una terra migliore di quella ereditata dai nostri padri e soprattutto rispettando l’unico pianeta che abbiamo a disposizione”, ha spiegato de Pascale.

Proprio per sostenere gli amministratori nel raggiungimento di questi specifici obiettivi, la FEEM ha prodotto questo rapporto in cui sono sintetizzati una serie di indici che misurano lo stato di realizzazione degli obiettivi di sostenibilità definiti dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. “Sono in tutto 17 obiettivi che tengono conto di diversi fattori”, ha spiegato il Direttore della Fondazione Eni Enrico Mattei Paolo Carnevale. “Oltre al fattore della salute (aspettativa di vita), anche quelli dell’istruzione, della partecipazione alla vita della città, della sostenibilità ambientale (rifiuti, energia, spazi verdi e piste ciclabili) e della disuguaglianza, realizzando di fatto quello che è stato definito ‘il modello Ravenna’, ovvero un’integrazione virtuosa tra industria, turismo e ambiente”. “Il rapporto – ha spiegato il sindaco di Ravenna – è un importante elemento di sensibilizzazione per le amministrazioni comunali e le comunità. I 17 goal dell’Agenda Sostenibile sono sicuramente utili perché offrono misurabilità alle azioni della politica e delle amministrazioni, tuttavia, è necessario valutarli con dovute cautele”. “Trovo alcuni degli obiettivi del report coerenti, ad esempio quello relativo all’”Acqua pulita e igiene” (Obiettivo 6): negli anni abbiamo fatto grandi investimenti per la potabilizzazione e depurazione delle acque; o quello “Uguaglianza di genere” (Obiettivo 5) sul quale lavoriamo molto, ma sicuramente possiamo fare di più per la vera parità di genere”. 

Per il sindaco, uno dei motivi per cui Ravenna è ancora lontana dagli obiettivi dell’agenda 2030 in materia di lavoro potrebbe essere legata alla disoccupazione giovanile. “Mi viene da pensare ha detto – che il dato sia purtroppo condizionato dai NEET, ovvero da coloro, soprattutto giovani, che non studiano e non lavorano”. Criticità sono emerse anche nel settore dei trasporti e dei rifiuti. “In questo senso – ha detto de Pascale – c’è ancora da lavorare e le gare sul TPL che partiranno a breve potranno dare una svolta in questo campo su tutto il territorio romagnolo. Mentre sulla produzione di rifiuti – molto alta a causa dei flussi turistici, del benessere diffuso e dell’alta assimilazione – e sulle percentuali di raccolta differenziata, sono certo che i dati cambieranno nel giro di un paio d’anni: la nuova gara per il servizio gestione rifiuti pone degli obiettivi molto ambiziosi e comincerà ad esplicare i suoi effetti nel 2019”. Nonostante gli obiettivi non siano tutti a portata di mano, il sindaco è fiducioso. “Ravenna centrerà sicuramente gran parte dei goal dell’Agenda 2030, perché la sua dimensione economica e sociale ben si presta alla condivisione collegiale di obiettivi di medio-lungo periodo”.

“Altri – ha aggiunto pascale – li trovo meno coerenti e richiederebbero senz’altro ulteriori approfondimenti sulle fonti e confronti con dati di altra provenienza”. Uno dei punti sui quali il sindaco non condivide i risultati raggiunti dai ricercatori è quello relativo alla lotta alla povertà, l’obiettivo numero 1 dell’Agenda 2030 che vede Ravenna ancora lontana da un pieno raggiungimento del target, al contrario di molte altre città. “Non più tardi di metà dicembre i dati della nuova edizione del Geography Index dell’Osservatorio Job Pricing confermavano un territorio ricco, con lo stipendio medio dei lavoratori dipendenti ravennati superiore alla media nazionale: con una retribuzione annua lorda di 30.830 euro, i cittadini di Ravenna si piazzavano al settimo posto in Italia per gli stipendi più alti. Inoltre, nella recente classifica del Sole 24 Ore indica Ravenna tra le 17 città italiane (su 108 capoluoghi di provincia analizzati) che hanno superato i livelli pre-crisi, segnalandola come un’eccezione virtuosa. Perciò l’obiettivo 1 non mi trova completamente d’accordo” ha spiegato il Sindaco.

I dati del rapporto indicano anche altri aspetti sui quali intervenire: energia, lavoro e crescita economica; industria, innovazione e infrastrutture, rifiuti. “Per quanto riguarda il capitolo energia – spiega de Pascale – mi sembra di capire che dati provengano da un dossier di Legambiente, lo stesso dossier che nel 2017, presentato in città dall’iniziativa ‘Il treno verde’, ci ha classificato come il terzo Comune in Italia come potenza di fotovoltaico installata (1.767 impianti, 128,8 MW), ci colloca fra i Comuni 100% rinnovabili, ovvero quelli in cui l’energia fotovoltaica prodotta è superiore ai consumi di tutte le famiglie insediate sul territorio”. “Per quanto riguarda la crescita economica – sottolinea il Sindaco – come amministrazione già da due anni stiamo lavorando molto ad una politica industriale che accompagni le aziende che intendono investire sul territorio, naturalmente sempre nel rispetto dell’ambiente e della sicurezza sul lavoro; questa scelta sta dando i suoi frutti, sono molte le aziende che, in linea con le nostre principali vocazioni industriali, portualità, energia e gas naturale, offshore e chimica, stanno investendo sul nostro territorio”.

De Pascale cita come esempio Eni, che “nel 2017 ha annunciato un investimento oltre 2 miliardi di euro per l’attività upstream in questo territorio, con conseguente importante ricaduta in termini di occupazione e crescita economica”. “La stessa Fondazione Enrico Mattei – ha aggiunto – promuove a Ravenna l’Osservatorio permanente sulla Chimica, un’iniziativa da me profondamente voluta, di cui fanno parte l’amministrazione, le aziende e gli stakeholder del settore con l’obiettivo di monitorare il comparto e stare al fianco delle aziende che ne fanno parte, per fare del nostro territorio un potenziale hub per gli investimenti in questo senso”.
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